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Ci fu perfino uno che disse: « Forse è la tana dì una volpe ».
« Ehi, attenzione! » gridò un ragazzo nei buco. Dal fondo, non rispose alcuna eco.
Allora il ragazzo raccolse un sasso e fece per buttarlo.
« Fermo. Potresti attirare su di noi una maledizione » disse un vecchio. Ma il
ragazzo scagliò con forza la pietra nel buco. Anche questa volta dal fondo non venne
alcun rumore.
Gli abitanti del villaggio tagliarono alcuni alberelli, li legarono assieme, e ne
fecero una palizzata attorno al buco. Poi tornarono alle loro case.
« Cosa dobbiamo fare, secondo te? »
« Forse dovremmo ricostruire il tempio proprio dov era, sopra il buco ».
Passò un giorno, senza che arrivassero a mettersi d accordo. Nel frattempo la
notizia si era diffusa. Una macchina di un agenzia di informazioni raggiunse il
1 Questo racconto è un rifacimento  giapponese del racconto Il cerchio di Howard Fast del 1973.
villaggio. Ne uscì uno scienziato, molto sicuro di sé, che si diresse subito verso il
buco. Poi fece la sua apparizione un gruppo di curiosi dall'aria un po attonita tra cui,
però, c era anche qualche persona dallo sguardo attento, che sembravano appaltatori
edili. Un poliziotto, della locale sotto-stazione, preoccupato che qualcuno potesse
cadere nel buco, sorvegliava tutti.
Uno dei giornalisti legò un peso all estremità di una lunga corda, e lo calò nel
buco. La corda sfilò pian piano, finché non ce ne fu più. Il giornalista cercò allora di
tirarla su, ma non ci riuscì. In due o tre si misero ad aiutarlo, ma quando diedero uno
strattone tutti insieme la corda si spezzò contro l orlo del buco. Un altro giornalista,
con una macchina fotografica in mano, dopo avere osservato la scena in silenzio, si
liberò del grosso canapo con cui si era fatto legare.
Lo scienziato si mise in contatto col suo laboratorio e si fece portare un potente
avvisatore acustico, con il quale intendeva controllare l eco. Provò con varie tonalità,
ma non si ebbe nessuna eco. Lo scienziato era sorpreso, ma non poteva darsi per
vinto di fronte a tutta la gente che lo stava a guardare. Mise lo strumento proprio
sopra il buco, lo regolò al volume massimo e lo lasciò suonare per un bel po . Faceva
un rumore tale che lo si sentiva a parecchie decine di chilometri di distanza. Ma il
buco si limitò a inghiottire il rumore.
Dentro di sé lo scienziato non sapeva che pesci pigliare, ma spense lo strumento e
con aria tranquilla, come se tutto gli fosse perfettamente chiaro, disse: « Riempitelo».
È sempre meglio sbarazzarsi delle cose incomprensibili.
I curiosi, delusi che la cosa finisse lì, cominciarono ad andarsene. Proprio in quel
momento uno degli appaltatori uscì dalla folla e fece una proposta. « Lasciatemi il
buco. Lo riempirò io per voi ».
« Vi saremo molto grati se lo riempirete » rispose il sindaco del villaggio. « Ma
non possiamo darvi il buco. Dobbiamo costruirvi sopra un tempio ».
« Se è un tempio che volete, ve lo costruirò io. Devo aggiungerci anche una sala
per le riunioni? »
Prima che il sindaco potesse rispondere, tutti dissero la loro a voce alta.
« Davvero? Allora è meglio costruirlo più vicino al villaggio ».
« È solo un vecchio buco. Tenetelo! »
Così la cosa fu decisa. Il sindaco, naturalmente, non fece obiezioni.
L appaltatore mantenne la promessa. Costruì per loro un tempio, più piccolo ma
più vicino al villaggio, con annessa sala per riunioni.
Più o meno all epoca in cui venne tenuta la festa d autunno al nuovo tempio, la
società per il riempimento del buco, fondata dall appaltatore, appese la sua insegna
alla baracca vicino al buco.
I soci dell appaltatore organizzarono un intensa campagna pubblicitaria in città.
« Abbiamo a disposizione un buco favoloso! Gli scienziati affermano che raggiunge
una profondità di almeno cinquemila metri! Adattissimo per sbarazzarsi di ogni
genere di rifiuti, per esempio scorie radioattive ».
Le autorità governative accordarono il permesso. Le centrali nucleari lottarono
accanitamente fra di loro per i contratti. Gli abitanti del villaggio, all inizio, erano un
po preoccupati, ma acconsentirono quando fu loro spiegato che non ci sarebbe stata
assolutamente nessuna contaminazione superficiale per parecchie migliaia di anni, e
che avrebbero goduto anche loro dei profitti. In breve tempo, venne anche costruita
una magnifica strada dalla città al villaggio.
Lungo la strada arrivavano gli autocarri carichi di casse di piombo. Giunti sul
buco, i coperchi venivano aperti, e le scorie dei reattori nucleari sparivano nel buco.
Dal ministero degli esteri e da quello della difesa venivano portate casse piene di
documenti segreti ormai inutili. Gli ufficiali incaricati di controllare le operazioni [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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